Iniziano i nostri personalissimi Europei 2024 di cucina: una sfida a colpi di ricette, che vedrà, in questo primo turno, i piatti tipici dell’Italia sfidare quelli delle squadre del girone B di UEFA EURO 2024: Albania, Spagna e Croazia.
Non saremo esperti di calcio, anche se forse crediamo di esserlo (un po’ come tutti quando gioca la Nazionale): in ogni caso, scaramanticamente, preferiamo muoverci su un campo per noi più congeniale, la cucina.
Le partite del girone B di UEFA EURO 2024 di cucina
- Italia – Albania: Peperonata italiana vs. Speca të mbushur
- Italia – Spagna: Spaghetti allo scoglio vs. Paella de Marisco
- Italia – Croazia: Risotto allo zafferano vs. Crni rižot (risotto al nero di seppie)
Italia – Albania
Peperonata italiana vs. Speca të mbushur
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La prima partita vede scontrarsi la peperonata all’italiana e lo speca të mbushur albanese. Un match tutt’altro che scontato.
Entrambe le squadre seguono uno schema 4-3-3. Per l’Italia, difesa a 4 di peperoni rossi e gialli, centrocampo a 3 con cipolla, pomodori e basilico, in attacco 3 punte di diamante, sale, aceto di vino bianco e zucchero.
L’Albania, invece, schiera in difesa 4 peperoni di colori misti, cipolla, carote e aglio al centro campo, macinato di carne, pomodoro e spezie in attacco.
Primo tempo
Fischio d’inizio: sono le 18:00 le squadre scendono in campo.
Calcio d’inizio per la cipolla che, tritata con precisione, si fa subito avanti lanciandosi sulla fascia destra della padella. Lo scontro con l’olio di oliva caldo è inevitabile.
In supporto al soffritto, sopraggiunge sulla stessa fascia la carota, coperta dalle patate e dallo spicchio d’aglio. Questo trio è imbattibile quando si tratta di dare sapore alle azioni. La carne, da centrocampo, distrae la difesa avversaria, rendendo il gioco più dinamico e gustoso. La squadra di ingredienti continua a fondersi, conducendo un gioco quasi perfetto.
Il mister chiama il primo cambio. Fuori lo spicchio d’aglio, per lasciare spazio al pomodoro a cubetti, pronto a dare più carattere in attacco alla squadra albanese. L’intesa è perfetta e in posizione centrale i peperoni avanzano verso la metà campo avversaria: un assist servito a dovere permette al ripieno di centrare la porta del forno. Goal annullato per fuorigioco, uno dei peperoni ripieni è rimasto indietro. Fischio dell’arbitro. Il mister richiama i suoi nello spogliatoio. Il primo tempo ci lascia in sospeso con una teglia piena di peperoni ripieni, da cuocere in forno preriscaldato a 200° per 40 minuti.
Un primo tempo intenso, ma la partita è ancora da giocare. L’arbitro richiama tutti in campo.
Secondo tempo
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Un inizio aggressivo per l’Albania che dal forno fa sentire la pressione, l’Italia si chiude In difesa i quattro peperoni si impegnano in una marcatura a uomo molto stretta. Si rischia l’ammonizione. A centrocampo, la cipolla soffritta con il suo aroma si diffonde in tutta la padella, palleggiando con il pomodoro a cubetti, senza lasciare spazio agli avversari. Il fraseggio fra i due stordisce tanto che si apre una possibilità. Il basilico scatta in avanti, non si lascia nulla di intentato stasera.
Tentativo fallito, ma l’Italia ci riprova: sale, aceto di vino e zucchero ripartono in salita, in un batter d’occhio sono nella metà campo avversaria.
La situazione sembra ribaltarsi, l’aggressività del macinato di carne della squadra albanese sembra subire la pressione dello scontro.
L’umido si fa sentire, questa cottura lenta con il coperchio, ha ammorbidito le durezze della nostra difesa che sembra risentire delle alte temperature. Il tifo dagli spalti si sente: la cucina è piena di profumi. Secondo cambio: dalla panchina italiana il basilico fresco sostituisce quello appassito nel piatto di portata.
La partita sembra chiudersi con un pareggio, ma… la nostra cronaca sportiva culinaria si interrompe qua, perché non potremmo essere imparziali.
Italia – Spagna
Spaghetti allo scoglio vs. Paella de Marisco
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Secondo incontro, forse il più atteso della settimana, che vede Italia e Spagna contendersi la vittoria sul campo dei primi di pesce. Una partita tutta da giocare, con due fuoriclasse per entrambe le squadre. Spaghetti alla Scoglio per la formazione italiana, Paella de Marisco per quella spagnola.
Tutta spinta in centro campo, la Spagna, schiera un 3-6-1. Lo scopo è chiaro fin da subito: eseguire una serie di passaggi in padella ravvicinati per confondere l’avversario con lo sfrigolio dell’olio e i profumi dei frutti di mare. Una difesa aromatica di aglio, pomodoro e zafferano, che permetta ai centrocampisti di esprimersi al meglio. Cozze, calamari, gamberi, scampi, cipolla e peperoncino hanno un grande controllo di palla e possono dare spazio alla Paprika di attaccare in contropiede.
L’Italia, invece, fedele allo schema 4-3-3 scende in campo a catenaccio: cozze, vongole, calamari e scampi proteggono la base di sapore, in centrocampo pomodorini, aglio e olio e in attacco vino bianco, prezzemolo e pepe nero, da sempre capaci di cambiare il destino di una ricetta.
Giocatori dal sapore simile, ma con stili di gioco differenti. Siamo curiosi di scoprire cosa ci riserverà questa partita.
Primo tempo
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Giocatori in campo, tutti pronti al calcio d’inizio. Si parte! Spagna parte subito in attacco con cozze e vongole che fraseggiano tra loro, studiando l’avversario. Lo shock termico è il diversivo che stavano aspettando: il passaggio dall’acqua fredda al tegame dona ai molluschi la forza necessaria per aprirsi, disorientando la difesa italiana. Salgono dal centrocampo calamari e seppie che cercano spazio per un assist.
Primo cambio strategico del mister spagnolo: le cozze e le vongole fuori campo, entra in scena il brodo, a supporto del bomber spagnolo, il riso Bomba.
Zafferano e Paprika coprono tutto il campo, in attesa del momento giusto per dribblare gli avversari e passare palla al riso. La Spagna domina la padella, con il riso che assorbe ogni aroma presente nel campo. L’azione è nell’area italiana. Con un passaggio di prima l’aglio soffrigge nell’olio di oliva, creando una base solida per l’attacco spagnolo. Fischio dell’arbitro: punizione per la Spagna, fallo tattico della difesa italiana confusa dai continui attacchi del team Paella de Marisco.
Dominio indiscusso della Spagna in questo primo tempo. L’arbitro concede altri 5 minuti prima di rimandare tutti negli spogliatoi. L’Italia tenta un contrattacco sfruttando una rimessa laterale.
La difesa spagnola però è serrata. Il contropiede è inevitabile: il riso Bomba avanza con determinazione, cercando di segnare il primo goal culinario. È inarrestabile. Tentativo invano del portiere. È GOAL! Il fischio dell’arbitro segna la fine del primo tempo, lasciando un po’ di amaro in bocca alla squadra italiana che ha oltre 40 minuti di cottura per provare a recuperare.
Secondo tempo
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Squadre di nuovo in campo. Con gli ingredienti italiani pronti a recuperare. Partenza in contropiede per la ricetta tricolore che si lancia in padella con i mitici aglio e olio. La Spagna non si lascia intimidire e dal tegame risponde con lo scoppiettio dei suoi frutti di mare.
L’Italia arretra un po’, mentre sale la difesa: cozze, vongole, scampi e calamari formano una barriera difensiva impenetrabile per rispondere al borbottio spagnolo. Gioco serrato nell’area piccola. Fischio dell’arbitro: punizione a favore dell’Italia. Gli spaghetti allo scoglio ne approfittano: pomodorini passano la palla all’aglio e olio, che si amalgamano perfettamente e spaccano la difesa con un passaggio filtrante. Assist preciso per il capitano, vino bianco, che dal calice sopraggiunge in velocità e colpisce! Attenzione: il quarto uomo segnala fuorigioco. Goal annullato.
La Spagna si agita, e prova a risalire in contropiede. La battaglia è tecnica. Entrambe le squadre si esibiscono in passaggi serrati. Intuizione del vino bianco, che sfumato a dovere si smarca e parte in velocità verso la porta avversaria. Un’accelerazione incredibile, che lascia interdetta la difesa avversaria. È solo davanti la porta, tira… RETE!
Siamo quasi alla fine della partita. L’arbitro chiama 5 minuti di recupero. La cottura, inizialmente lenta, si fa sempre più intensa. Il gioco in padella diventa più saporito, con un duello di aromi che lascia i commensali con il fiato sospeso. Manca solo un minuto… niente da fare, il fischio dell’arbitro decreta che questa partita sul campo di gioco culinario finisce così.
Un altro pareggio e un’altro punto per l’Italia. Il risultato è equo? O c’è un vincitore netto? A voi il giudizio.
Italia – Croazia
Risotto allo zafferano vs. Crni rižot (risotto al nero di seppie)
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Match decisivo: la terza e ultima partita del girone determina chi passa e chi no.
La sfida dei primi per Italia e Croazia vede in campo due piatti opposti: il Risotto allo Zafferano e il Crni Rizot. L’Italia cambia modulo, preferendo un 3-5-2 con l’obiettivo di registrare, in percentuale, un possesso palla più alto e aumentare le possibilità offensive. In difesa burro, Parmigiano e riso Carnaroli, in centrocampo brodo vegetale, acqua, olio extravergine d’oliva, sale e cipolla dorata. In attacco zafferano in pistilli — con il numero 10 — e il vino bianco.
La Croazia risponde con un 4-2-3-1, schierando in padella due seppie, olio extra vergine d’oliva e prezzemolo; come centrocampisti difensivi, brodo di pesce e erbe aromatiche e tre centrocampisti offensivi, spicchi d’aglio, vino bianco secco e riso; infine in attacco il burro, che ha l’obiettivo di mantecare e portarsi a casa il risultato della partita.
Primo tempo
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Palla conquistata al fischio d’inizio dalla cipolla italiana che, dopo essere stata tritata finemente prende subito il controllo del centrocampo della padella. L’energia del suo sapore inizia a sentirsi, spinta dall’olio d’oliva caldo che sfrigola con energia. La Croazia, però, non si lascia intimidire e risponde in attacco con l’aglio dello Crni rižot che, tritato grossolanamente, si infiltra tra le difese italiane, creando pressing nei confronti degli ingredienti avversari.
La squadra croata del Crni rižot attacca aggressivamente. Le due seppie si spingono in avanti, sostenute dai pomodori che, in difesa, tengono la posizione. Il nero di seppia si diffonde sul campo, rendendo difficile per l’Italia prevedere le mosse avversarie.
Una partita che sembra non sbloccarsi fino al 30° minuto. Un’occasione d’oro per il risotto allo zafferano che conquista un rigore a causa del fallo di mano commesso dal burro che voleva mantecare con la padella ancora sul fuoco. Un errore che può costare caro alla squadra croata: la pressione è alta, lo zafferano prende la rincorsa, ma il pallone colpisce la traversa e l’occasione sfuma con un bicchiere di vino bianco.
Il contrattacco croato non si fa attendere. Al 40° minuto, un’incursione rapida e improvvisa del nero di seppia, culmina in un goal spettacolare. È 1-0 per la Croazia! Il Crni rižot esplode in sapori, mandando in fermento i tifosi sugli spalti della cucina.
Piccola pausa. Il fischio manda i giocatori negli spogliatoi.
Secondo tempo
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Si riparte. La situazione in campo è molto tesa: la partita inizia subito con un colpo di testa dei pistilli dello zafferano che tentano subito il tiro in porta grazie ad un assist del vino bianco.
I minuti passano e la tensione cresce: il brodo si riversa sulla padella come un’onda d’attacco, dando corpo al risotto che inizia a pressare alto. All’85° minuto, i chicchi di riso, ben mantecati e amalgamati sfiorano il pareggio grazie ad un passaggio di prima del Parmigiano: il risotto è vicino, sta per raggiungere la sua mantecatura ma, sul punto di centrare la porta viene respinto dalla difesa croata. Le seppie e il prezzemolo sono una barriera impenetrabile.
Molti falli e tanto nervosismo in questo secondo tempo. L’arbitro fischia ben 7 minuti di recupero. L’Italia tenta il tutto per tutto e attacca senza sosta: la fiamma si spegne, il burro e il Parmigiano respingono gli avversari, facendo spazio al risotto che tira un golden goal dal centrocampo. Un goal all’ultimo minuto segna la fine di questa terza partita.